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TOBRUK 1940

Una riflessione personale di Folco Quilici

 

Nel mio testo per questo libro, scritto nell'arco di molti anni, il lettore non troverà note a calce, riferimenti bibliografici o quant'altro potrebbe far apparire il mio lavoro quello che non vuol essere. Il mio scopo è stato di offrire testimonianza di un evento drammatico sia sul piano personale sia su quello più generale della guerra italiana in Libia nel 1940.

La mia è somma di emozioni, rabbie e dubbi, visione di eventi storici, forse ingenui quando attingono ai ricordi d'un ragazzo che all'inizio di questa vicenda aveva da poco superato i dieci anni e crebbe mantenendo vive le immagini e le voci alle quali affidare il ricordo del padre. Ma è anche qualcosa di più d'un insieme di ricordi quando si arricchisce con documenti dell'Archivio di famiglia e di altri sino ad oggi inediti. Quanto, negli accadimenti prima e dopo il tragico 28 giugno del '40 a Tobruk, può aiutare a intravedere una verità, o forse di più verità. Difficili da mettere a fuoco ma possibili da intuire, pur se attraverso tante contraddizioni.

Testo storico, con i suoi dati precisi, è il "Diario di Guerra" scritto da mio padre sul fronte libico. Visione drammatica dei primi giorni della seconda guerra mondiale, accanto a Italo Balbo, pagine portate a conoscenza degli specialisti dalla Rivista di Storia Contemporanea, nel 1974.

Del "Diario" metto qui a fuoco per la prima volta un interrogativo inquietante: la mancanza di una sua parte con le domande che ne derivano. Chi sottrasse tante pagine? Cosa era annotato su quanto accaduto o organizzato nei giorni di cui manca ogni traccia?