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Folco Quilici
Filmografia
 

 

"Il Messaggero"
14 gennaio 2004

MARCO POLO

E' interessante lo spunto provocatorio di un convegno che si chiede se esista un Marco Polo, oggi. E nel caso esistesse, il voler sapere in quale settore il Marco Polo nostro contemporaneo potrebbe volgere le sue ricerche per stupirci con un altro, moderno "MILIONE".

E' molto probabile che esista un personaggio simile, nelle complesse, artificiali vesti di un supercervellone elettronico, o più d'uno. Ed esso stia già, come intelligenza artificiale, operando con successo in qualche delicato e segreto settore scientifico.

Ma di certo a livello umano non se ne vede traccia; non conosciamo il nome di un referente che ci dica cosa di straordinario hanno fisicamente visto i suoi occhi; e lui sappia raccontarci le esperienze raccolte trasferendo l'emozione a chi lo legge, o a chi lo ascolta.

Certo proprio in questi anni una grande esplorazione ha avuto inizio e già raggiunge primi risultati.

Mi riferisco alle missioni spaziali per penetrare i segreti misteri del lontanissimo pianeta, Marte.

Ma possiamo paragonare al Marco Polo umano il marcopolo robot posatosi pochi giorni fa sul pianeta rosso? Non direi proprio.

Se poi mi rivolgo altri interrogativi su chi si sta muovendo in nuove ricerche, in un altro mondo ancora a noi ignoto, ovvero il mare (che noi umani conosciamo ancora molto poco) direi che non esiste proprio, a oggi, un Marco Polo che abbia il coraggio di affrontare gli spazi ignoti della grande profondità e la capacità di riferirci cosa nascondono quelle acque buie e sconfinate.

In mari e oceani del nostro pianeta, siano essi tropicali, temperati o glaciali, non solo giace ogni sorta di ricchezza. Ma nelle profondità del mantello liquido che copre i sette decimi del nostro pianeta, vivono migliaia di forme di vita ancora a noi completamente sconosciute. A noi, presuntuosi padroni di questo pianeta.

Invitiamo astronauti a studiare la possibilità di creare una base permanente sulla Luna, progettiamo sbarchi su Marte, abbiamo lanciato sonde al di là del sistema solare e in un satellite di Giove per sapere cosa nasconde il suo guscio di anidride carbonica congelata. Migliaia di intelligenze e interi istituti di ricerca sono impegnati da decenni nell'avventura spaziale certamente suggestiva e necessaria per ampliare lo spettro delle nostre conoscenze. Costosa corsa allo spazio alla quale va però almeno in parte addebitata la mancanza di fondi e il deplorevole disinteresse per la ricerca nell'immenso spazio delle acque del pianeta terra.

Non si è ancora impegnato in nuove scoperte un Marco Polo del mare.

E senza di lui ancora non sappiamo ancora - e siamo già nel XXI secolo - cosa nascondano le distese abissali degli Oceani, né le più modeste profondità dei mari nostrani (e nemmeno sembriamo ansiosi di saperlo!).

Ignoriamo non solo la vera natura di gran parte delle microscopiche creature che formano il plancton, delle sue mille e mille specie di microrganismi, ma ancora non è apparso l'esploratore "alla Marco Polo" (e cioè innovatore, ricercatore di nuove vie) in grado di supplire alla nostra ignoranza su un altro importante aspetto della vita sottomarina: la presenza di creature dalle grandi dimensioni. Sappiamo che ne vivono in gran numero in mari e oceani, eppure malgrado esse abbiano suscitato curiosità e orrore ancor prima dell'anno Mille, da allora ad oggi le nostre cognizioni in proposito non sono di molto cresciute. L'uomo con le sue sofisticate tecnologie non ancora riuscito a vedere viva una di esse. Eppure popolano acque profonde migliaia di esseri dalle dimensioni enormi. Come l'architeuthis rex, il giant squid. Il calamaro gigante.

 

Un Marco Polo del XXI secolo, potrebbe render oggi grande servizio all'umanità, così come lo rese il Veneziano aprendo per l'Europa una finestra sulla Cina. Se all'ipotetico suo omologo contemporaneo, coraggio e determinazione consentissero d'aprire la via della conoscenza nel mondo ancora ignoto che giace sotto la coltre delle acque, noi dovremmo essergli profondamente grati.

Sappiamo bene che l'attuale non è più epoca di esploratori solitari, abbiamo a disposizione mezzi di conoscenza straordinari ma essi sono mossi e utilizzati da schiere di (come definirli?) "marcopoli specialisti". A livello individuale, solitario nessuna nuova ricerca è possibile né sarebbe utile, si continua a ripetere.

Il Marco Polo collettivo deve purtuttavia disporre di chi lo guida, di chi lo stimola. Di chi, raggiunta la meta, sappia raccontarci l'impresa, le scoperte. Quanto di nuovo cambierà la nostra vita.

E' già tra noi un personaggio simile?

Se così fosse, fra qualche anno potremo forse leggere non solo la ristampa ma un nuovo, affascinante "Milione".

Folco Quilici